La nostra storia

La nostra storia

Tutti sognano,
molti lottano e si realizzano,
tanti si distinguono e solo alcuni sorprendono.
Noi? Comunque vada, lasceremo il segno.

“Tiziano Zummo dei Cosmopóliti”

Tutto iniziò quando sentii il bisogno di condividere con gli altri le mie emozioni. Volevo far vedere che c’ero. Beh, tipico sentimento da adolescente.
Sentimento che venne alimentato dall’amicizia con Marcello Fai, da poco maggiorenne e che già aveva iniziato ad esibirsi come bassista, passione ereditata dal padre.
Eravamo alla fine degli anni 80. Io strimpellavo appena la chitarra e mi piaceva scrivere testi, poesie e creare melodie. Marcello non ebbe dubbi e cominciammo a scrivere qualcosa insieme. Da lì la decisione di creare un gruppo musicale.

Eravamo in cerca di una voce e conobbi un ragazzo che frequentava la mia stessa scuola, suonava le tastiere e amava la musica.
Maurizio Sparacello fu una vera sorpresa malgrado la sua giovane età: voce calda e potente a tratti baritonale. All’inizio fu diffidente e alle mie proposte di creare una band mi rispondeva sempre, con sarcasmo, “se vuoi porto il sax”.
Altro che sax: non poteva immaginare cosa e chi sarebbe diventato musicalmente.
Con gli anni imparò a suonare molti strumenti musicali e divenne il nostro riferimento tecnico ed artistico..
Fu un vero e proprio corteggiamento ma alla fine accettò di diventare la nostra voce e creammo gli “Errata Corrige”. Inizialmente, insieme al batterista, la formazione prevedeva solo un altro chitarrista. Erano gli anni dei Cure, U2, del punk e del dark. In Italia si sviluppava il Med-rock (rock mediterraneo) dei Litfiba, Denovo, Diaframma e tanti altri.

Erano gli anni della musica sperimentale; melodie intrecciate con diverse influenze musicali e culturali. Si preferivano il delay, il flanger e l’overdrive al distorsore vero e proprio. Sentimmo il bisogno, quindi, di un nome più consono: Cosmopóliti, con l’accento volutamente spostato perché “suonava” meglio, fu la scelta.
“Cosmopòliti” esprimeva il nostro distacco da uno stile musicale ben definito. L’eterogeneità sonora dei popoli mediterranei ci affascinava. Non volevamo essere accademici ma decisamente istintivi.
Le prime soddisfazioni non tardarono ad arrivare e presto ritagliammo il nostro spazio nel panorama palermitano. La gente ci seguiva apprezzando il nostro stile e i nostri inediti. Anche i giornali locali cominciavano a scrivere di noi.

Ma la band ancora non aveva una formazione consolidata. Erano gli anni di un turnover continuo. Tanti musicisti noti ci hanno fiancheggiato negli anni e ognuno di loro ci ha lasciato insegnamenti utili per la nostra crescita. Nel 1993, dopo la pubblicazione del nostro primo lavoro “Mantra”, entrò a far parte dei Cosmopóliti Francesco Mandalari detto “Ciccio”. Poliedrico e versatile chitarrista dal carattere deciso e diretto ma dall’animo gentile e sincero. Da subito con lui divenne semplice armonizzare le due chitarre tanto da sembrare soltanto una. Fu grazie a lui che successivamente entrò nell’organico il batterista Daniele Nicosia. Intelligente e spigliato laureando in chimica che aveva deciso di divertirsi gli ultimi anni con la musica, prima di lasciare definitivamente l’Italia.

Ma fu proprio “chimica” con loro e grazie alla loro umile curiosità si creò un feeling diverso, sempre aperto alla sperimentazione. Era proprio quello di cui avevamo bisogno.

Con loro, non solo si consolidò il gusto musicale, ma anche una forte e sincera amicizia che ci portò serenamente al secondo lavoro “Scia di luce”: opera matura, l’impronta dei Cosmopóliti, delineata da stili diversi ma coesi e pronti ad accogliere nuove sonorità, date dalle tastiere.
Arrivammo così all’energico tastierista Mirko Messina, detto il “Folletto”, per la sua vulcanica esuberanza e simpatica euforia. Iniettò nell’animo della band ottimismo ed allegria, contribuendo ad un clima spensierato e sereno anche durante le prove.

Ecco, ora eravamo tutti: Marcello Fai al basso, Tiziano Zummo e Ciccio Mandalari alle chitarre, Daniele Nicosia alla batteria, Mirko Messina alle Tastiere guidati dal leader e Frontman Maurizio Sparacello voce. Ci vollero ben otto anni per riunirci… Per trovare l’organico giusto. Migliaia furono i concerti in questi otto anni e innumerevoli ore di prove, concorsi vinti, pagine di giornali, foto e passaggi radio e televisivi ma eravamo solo all’inizio per far sentire che c’eravamo, pronti ad afferrare la giusta opportunità. Ma il tempo era comunque passato ed arrivammo al 1998*.

Purtroppo, proprio quando ci eravamo trovati, dovemmo fare i conti con la vita e con quell’opportunità che
non arrivò. Ciccio fu il primo a lasciare e noi provammo a tirare fino al 1999 ma non fu più come prima. Scelte sbagliate? Forse il “grunge” che ci ha fatto sentire obsoleti? La partenza da tempo preannunciata di Daniele che sarebbe avvenuta da lì a poco?
La verità era che perdemmo lo spirito perchè perdemmo una parte di noi già quando si allontanò il chitarrista. La nostra identità a fatica conquistata non esisteva più. Sentire il bisogno di cambiare aria, che ormai si era fatta troppo pesante nella band dai malumori e dalle insoddisfazioni create dall’ inadeguatezza dei nuovi “sostituti”, mi sembrava l’unica soluzione. Ma forse eravamo solo consapevoli della fatica di dover ricominciare.

Anche Maurizio e Marcello iniziarono a percorrere strade musicali separate alla ricerca di nuovi stimoli. Esperienze che comunque li avrebbero fatti crescere musicalmente, come del resto successe anche gli altri. Credetemi, mai un litigio serio, nessuno screzio tipico delle boyband ci fece allontanare ma, forse, solo la disillusione della maturità del dover fare i conti con la vita dei “piedi per terra”. Così anch’io mi allontanai e partii al nord alla ricerca del mio posto in società.
Era il 2000 e con lui arrivò, per me, il buio musicale. Io, a differenza degli altri, non ebbi più la forza nè il coraggio di continuare a suonare.
Cosmopoliti era per me per sempre! O loro o nulla. Quindi fu il nulla.


2020 il mondo avvolto dalla terribile pandemia Covid-19.
Non so cosa scatta. Di certo non è prevedibile. Forse è l’inconscio che reagisce e grida voglia di vita ricercandola anche nel passato: cercando di ripercorrere momenti e rivedere persone che ti hanno fatto stare bene. Forse si ha bisogno di esorcizzare la bruttezza ricordando cosa di bello si è realizzato. In realtà non so cosa è accaduto, ma un semplice ricordo dei Cosmopòliti condiviso su Facebook ha riacceso qualcosa che era ormai sopito da vent’anni. Il lockdown ha dato il tempo finalmente di soffermarsi a pensare. Fuori dalla vita frenetica che non ti dà spazio, eravamo lì come svegliati da un sonno lunghissimo.
Dai primi commenti su Facebook ci siamo ritrovati tutti e sei. Perchè non lo abbiamo fatto prima? Eravamo sei uomini adulti ormai sposati e con figli, ognuno con la propria realtà lavorativa. Ma sentivamo tutti un vuoto dentro e il bisogno di riprendere le fila del nostro progetto. La tecnologia ci ha dato una mano e dopo 20 anni ci siamo ritrovati più decisi di prima. Tutto è stato come se il tempo non fosse mai passato riprendendo proprio da dove avevamo lasciato. Così noi Cosmòpoliti siamo tornati.

  • 1991 si classificano al primo posto del Festival “NOTAMATCH” di Palermo vincendo l’inciso di un 45 giri. A seguito di una serie di concerti nel 1992 sono invitati come ospiti, al Palazzo del Turismo di Riccione.
  • Dal 1992 al 1996 parte un live Tour organizzato e curato dall’agenzia di spettacoli Mediamusic di Palermo di Vincenzo Balli.
  • Nel 1996 sono semifinalisti al “Festival di Castrocaro Terme”.
  • Nel 1996 e 1997 rispettivamente si classificano al 2° e 1° posto del “Lago Festival” di Piana degli Albanesi (PA).
  • Nel 1998 si classificano secondi al Festival di Caltanissetta e nello stesso anno sono ospiti alla manifestazione “NON DIRE NO live concert” prima giornata Nazionale donazione e trapianto di organi, organizzata dai maggiori comuni d’Italia e trasmessa in diretta Rai da Piazza Politeama di Palermo.
  • Nel 2002 e 2003 sono ospiti al “Lago Festival” di Piana degli Albanesi (PA).

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